Le cellule Natural Killer in riproduzione assistita

Le cellule Natural Killer in riproduzione assistita

Le cellule Natural Killer in riproduzione assistitaL’impianto embrionario è un processo che coinvolge cambiamenti ormonali materni, risposte immunitarie ed eventi maturativi dell’embrione.

La gravidanza fallisce quando questi eventi non sono sincronizzati.

Si è speculato che nelle donne, un aumento delle cellule NK potrebbe avere un effetto sull’esito della gravidanza , e che i livelli di NK nel sangue sono attualmente in uso come test diagnostico per guidare l’inizio di terapie nelle pazienti con infertilità.

Le cellule NK sono un tipo di grande linfocito granulare che appartiene al sistema immunitario innato, causano effetti citotossici attraverso la lisi cellulare, l’apoptosi ( morte cellulare ) delle cellule target , mediati attraverso il rilascio di citochine, interferone gamma, interleuchine.

Le NK sono rilevate nel sangue periferico e nello stroma endometriale.

La relazione tra NK ed esito riproduttivo è una delle aree più controverse nella medicina riproduttiva.

La prevalenza di CD 56 + ( marcatore superficiale ) nel sangue periferico è circa del 10% del totale dei linfociti circolanti.

Livelli superiori al 12% sono associati a bassi tassi riproduttivi, ma non vi sono studi in letteratura che riportino una associazione tra cellule NK ed esiti nella fecondazione in vitro.

Uno studio recente ha riportato una percentuale maggiore al 18% come altamente specifica per donne con storia clinica di abortività ripetuta e ricorrenti fallimenti di impianto embrionario.

Malgrado i dati contraddittori, il test per le cellule NK periferiche è consigliato come un test utile per guidare l’inizio di terapie immunosoppressive per pazienti con infertilità.

Non vi è però consenso nei dati della letteratura scientifica su quale sia la definizione di livello aumentato dei NK, potrebbe essere 10, 12 o 18%.

Un livello di NK sul sangue di 12% di tutti i linfociti è stato considerato come il cut-off tra il livello aumentato e normale nelle donne infertili e questo valore è ben all’interno della gamma normale ( fino al 29% ), come segnalato da altri autori.

In conclusione, non abbiamo abbastanza dati scientifici che ci permettano di raggiungere conclusioni basate sull’evidenza e quindi grandi sforzi dovrebbero essere fatti per capire il valore predittivo di questi test così come il legame tra i risultati dei test e l’uso di immunoterapie.

Ulteriori studi sono necessari per esplorare il ruolo ed i meccanismi di azione delle cellule NK nell’aborto ricorrente, nella infertilità ed in altre patologie immunitarie riproduttive, così come , ulteriori studi ed evidenze scientifiche sono necessarie al fine di stabilire la comprovata utilità di terapie immunosoppressive nell’aumentare le chanche di concepimento nelle donne infertili o con abortività ripetuta.

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